martedì 6 dicembre 2011

Nel 2012 il Sud energeticamente autonomo, ma la rete non lo consente

L’Autorità per l’Energia chiede interventi per adeguare il sistema elettrico alla produzione delle rinnovabili.

In Italia gli impianti di energia rinnovabile funzionano bene. Anzi troppo. E per questo la rete nazionale non sarebbe in grado di condurne il carico. La denuncia arriva dall’Autorità per l’Energia: il sistema elettrico nazionale è in difficoltà, soprattutto al Sud, nella distribuzione dell’energia prodotta da sistemi ad impatto zero.

In altri termini i sistemi fotovoltaici, eolici e affini producono più energia di quanta la rete possa portarne. Di conseguenza una buona parte dell’energia che viene accumulata non viene poi usata a dovere, anche se mensilmente dalla bolletta viene prelevata una quota per l’energia prodotta dalle rinnovabili e non per quella che poi viene realmente usata. Secondo l’Autorità le cause di un tale gap tra rete e produzione stanno nel l’“aleatorietà delle produzioni da fonti rinnovabili non programmabili” e nelle “carenze infrastrutturali delle aree in cui tali fonti sono prevalentemente localizzate”. Insomma gli impianti di energia rinnovabile producono in modo discontinuo, con momenti di calma piatta e altri di picco che la rete fatica a sostenere.

Il caso più emblematico è il Sud, nel quale a detta di Alberto Biancardi, Commissario dell’Autorità per l’Energia, si potrebbe raggiungere l’autonomia energetica già a partire dal prossimo se solo la rete lo consentisse e se gli impianti potesse produrre energia in modo continuativo.

Dunque che fare? L’Autorità si augura che il prossimo Governo Monti intervenga con la realizzazione di impianti di accumulo o l’ampliamento della rete. Ma sulle due strade gli stessi esperti dell’Autorità sono in disaccordo.


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L’Autorità per l’Energia chiede interventi per adeguare il sistema elettrico alla produzione delle rinnovabili.

In Italia gli impianti di energia rinnovabile funzionano bene. Anzi troppo. E per questo la rete nazionale non sarebbe in grado di condurne il carico. La denuncia arriva dall’Autorità per l’Energia: il sistema elettrico nazionale è in difficoltà, soprattutto al Sud, nella distribuzione dell’energia prodotta da sistemi ad impatto zero.

In altri termini i sistemi fotovoltaici, eolici e affini producono più energia di quanta la rete possa portarne. Di conseguenza una buona parte dell’energia che viene accumulata non viene poi usata a dovere, anche se mensilmente dalla bolletta viene prelevata una quota per l’energia prodotta dalle rinnovabili e non per quella che poi viene realmente usata. Secondo l’Autorità le cause di un tale gap tra rete e produzione stanno nel l’“aleatorietà delle produzioni da fonti rinnovabili non programmabili” e nelle “carenze infrastrutturali delle aree in cui tali fonti sono prevalentemente localizzate”. Insomma gli impianti di energia rinnovabile producono in modo discontinuo, con momenti di calma piatta e altri di picco che la rete fatica a sostenere.

Il caso più emblematico è il Sud, nel quale a detta di Alberto Biancardi, Commissario dell’Autorità per l’Energia, si potrebbe raggiungere l’autonomia energetica già a partire dal prossimo se solo la rete lo consentisse e se gli impianti potesse produrre energia in modo continuativo.

Dunque che fare? L’Autorità si augura che il prossimo Governo Monti intervenga con la realizzazione di impianti di accumulo o l’ampliamento della rete. Ma sulle due strade gli stessi esperti dell’Autorità sono in disaccordo.


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