lunedì 12 dicembre 2011

…ma quell’uomo sul balcone?

In altre scritti ho, talvolta, indicato dei congrui parallelismi con eventi del passato. Ultimamente ricordavo come l’ingiustizia della spartizione dei finanziamenti offerti dal Piano Marshall all’Italia, nell’immediatezza del dopoguerra, favorì esclusivamente il Nord. Un remake; l’assassino torna sul luogo del un nuovo delitto”, e replicando un secondo sacco e affossamento delle politiche volte alla rinnovamento e risveglio del meridione come, tra l’altro, chiedevano e volevano gli stessi alleati. I banchieri e industriali dell’organizzato Nord, indussero il docile e manovrabile De Gasperi (prima del il suo bel discordo, gli alleati avevano già deciso di dare denaro ai vinti per incrementare, di molto, il loro PIL in decrescita e, poi, anche le esportazioni per recuperare sulle spese della guerra e incuneandosi su giovani mercati economici e politico-strategici).

Oggi, cocciuto, come sempre, ritengo che il pericolo che gli italiani, tendenzialmente portati ad acquisire l’uomo risolutore, “il salvatore della patria”,l’unto dal signore” il “…se fatto da sé,… è tutto d’un pezzo,” il “ …ghe pensi mi ”, stiano non propriamente aspettando che ciò accada, ma se ciò dovesse presentarsi, perché no!

Ma vediamo che accadrebbe all’Italia e soprattutto al Sud: (Passato A; presente B)

A) Prima del regime fascista, l’Italia, per via della guerra e delle relative perdite, entrò nel disastro economico per sostenerla, ebbe a vivere il peggiore dissesto politico, economico e sociale mai vissuto e mai visto anche con le precedenti monarchie e quella in vita di casa Savoia.

B) Ciò che spiana, per primo, sempre la via ad un regime, è la debolezza economica o dissesto finanziario e produttivo.

A) Le casse dello stato erano praticamente vuote. La lira aveva perso gradualmente valore con un aumento del costo della vita di circa 450%.

B) Le casse di Stato soffrono del Debito Pubblico, PIL, Export, ossia Crescita e presentano uno spread del 450 volte(Germania).

A) Un enorme numero di disoccupati, molti reduci di guerra, scalpitavano creando imbarazzo ma anche panico ai tutti i partiti del nuovo Parlamento. Erano disoccupati dell’Industria di guerra. Erano state fatte molte promesse di benessere dopo la guerra. (esproprio di terre ai latifondisti e spartizione ai reduci) La mancanza di un solido mercato interno e la crisi di quelli esteri impediva tuttavia, che la produzione potesse trovare sfogo, e di conseguenza molte manifatture semplicemente chiusero. La situazione economica somiglia a tenti altri paesi soprattutto quelli coinvolti nel 1° grande conflitto. L’Italia era ancora alle prese con la guerra in Albania.

B) Un enorme disoccupazione (30%) al Sud e circa dieci punti meno al Nord preoccupa il governo Berlusconi che promette nuova crescita “senza mettere le mani nelle tasche degli italiani” che vengono ipnotizzati dall’uomo dei sogni e eccellente piazzista. Sprechi enormi per mantenere i nostri soldati su “missioni di pace” acquistando armamenti con i soldi degli italiani impoveriti e nella piena miseria. E’ coinvolta, per la prima volta, la media borghesia. Promette credito alle industrie che gradualmente chiudono. Si perde credito internazionale e soprattutto europeo.

A) Alla situazione politica internazionale difficile, Jugoslavia, Dalmazia, i problemi irrisolti d’Istria e Fiume, Usa e Inghilterra, faceva da facevano da contraltare alla situazione economica interna drammatica;

B) alla situazione europea in cui l’Italia appare manchevole, mostra chiaramente diffidenza e alcun credito sia di crescita che capacità di risorse per un pareggio del debito pubblico. Saltano le Borse (compreso USA) di tutto il mondo ma in particolare quella di Milano e lo spread Italia-Germania supera il valore di 520. Vengono bruciati, nell’arco di tre-quattro mesi, miliardi di euro.
Il governo Berlusconi e tutti gli altri partiti, su invito del Presidente della Repubblica, lascia sconfitto le Camere e viene chiesto l’intervento di un governo “d’emergenza” di natura esclusivamente tecnicista.

A) In un primo momento ciò provocò un'importante crescita di partiti e movimenti di sinistra, in particolar modo del Partito Socialista Italiano, la cui componente minoritaria rivoluzionaria era galvanizzata dal successo della Rivoluzione russa. Così, mentre tutto crollava, nel 1921 il Partito Socialista Italiano si disgregava dando vita al Partito Comunista d'Italia. Queste nuove forze non riescono ad interpretare l’intollerante e insopportabile miseria dilagante . Resta ingessato nei propri lacciuoli di superiore saggezza; si fanno avanti, allora, nell’attesa, formazioni nazionaliste che si scatenano nella contestazione. Si attivarono i circoli dannunziani. Si aggiunsero gruppi di reduci ed intellettuali interventisti, nazionalisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari la piccola borghesia nel dopoguerra che si trovò i nuovi referenti per essere riportata ad un ruolo di primo piano, minacciata com'era dal basso dalle agitazioni socialiste e, dall'alto, dal grande capitalismo che prometteva di assorbirne mercati e risorse.

B) Il PD di Bersani e le altre forze della sinistra incominciano a salire nelle preferenze degli italiani. Parrebbe che tutto debba volgere all’annullamento del precedente governo di centro-destra. Il Nuovo Governo Tecnico decide, per salvare l’Italia, di massacrare le parti del paese più deboli. I partiti di sinistra stanno a guardare. Si dicono “responsabili” e saggi, ossia quello di cui ha bisogno l’Italia.

COSA potrebbe succedere?

Berlusconi, (o altri) apparentemente scomparso, prepara la riscossa; Ha tempo! Come Mussolini adoperò le mafie, soprattutto la camorra, chiunque potrebbe perseverare in questo vecchio disegno. Gli interessi di quel 10% di ricchi nel Paese, sono stati appena toccati dalla manovra Monti. Preferiscono ristabilire il populismo del precedente governo. La Media Borghesia impoverita, insieme alle forze operaie, assalite dall’ICI, dall’Irpef, dal rinvigorimento delle banche, (vere cause della crisi) delle rendite catastali, dei carburanti, dei beni di consumo essenziali, il 67% di poveri pensionati dimenticati et cetera, si sentono tutti traditi e riemergono le forze nazionaliste e di Destra.

Questa volta si andrà non a Roma a marciare ma a Venezia per riaprire un vecchio balcone.

Come allora, il Sud, ebbe il peggio. Ricominciarono le emigrazioni e la memoria venne smarrita.
Duce "…bene o male che sia l'emigrazione è una necessità fisiologica del popolo italiano. Siamo quaranta milioni serrati in questa nostra angusta e adorabile penisola che non può nutrire tutti quanti…
(USA, 52.000 immigrati al mese, provvedimento “quota Act”, Benito Mussolini, Opera Omnia, rist. Editrice La Fenice, Firenze 1972).

Dove sarà andata, a proposito la Sinistra? “... tenene ‘o vizzio ‘e nun chiuere maje ‘e feneste”

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In altre scritti ho, talvolta, indicato dei congrui parallelismi con eventi del passato. Ultimamente ricordavo come l’ingiustizia della spartizione dei finanziamenti offerti dal Piano Marshall all’Italia, nell’immediatezza del dopoguerra, favorì esclusivamente il Nord. Un remake; l’assassino torna sul luogo del un nuovo delitto”, e replicando un secondo sacco e affossamento delle politiche volte alla rinnovamento e risveglio del meridione come, tra l’altro, chiedevano e volevano gli stessi alleati. I banchieri e industriali dell’organizzato Nord, indussero il docile e manovrabile De Gasperi (prima del il suo bel discordo, gli alleati avevano già deciso di dare denaro ai vinti per incrementare, di molto, il loro PIL in decrescita e, poi, anche le esportazioni per recuperare sulle spese della guerra e incuneandosi su giovani mercati economici e politico-strategici).

Oggi, cocciuto, come sempre, ritengo che il pericolo che gli italiani, tendenzialmente portati ad acquisire l’uomo risolutore, “il salvatore della patria”,l’unto dal signore” il “…se fatto da sé,… è tutto d’un pezzo,” il “ …ghe pensi mi ”, stiano non propriamente aspettando che ciò accada, ma se ciò dovesse presentarsi, perché no!

Ma vediamo che accadrebbe all’Italia e soprattutto al Sud: (Passato A; presente B)

A) Prima del regime fascista, l’Italia, per via della guerra e delle relative perdite, entrò nel disastro economico per sostenerla, ebbe a vivere il peggiore dissesto politico, economico e sociale mai vissuto e mai visto anche con le precedenti monarchie e quella in vita di casa Savoia.

B) Ciò che spiana, per primo, sempre la via ad un regime, è la debolezza economica o dissesto finanziario e produttivo.

A) Le casse dello stato erano praticamente vuote. La lira aveva perso gradualmente valore con un aumento del costo della vita di circa 450%.

B) Le casse di Stato soffrono del Debito Pubblico, PIL, Export, ossia Crescita e presentano uno spread del 450 volte(Germania).

A) Un enorme numero di disoccupati, molti reduci di guerra, scalpitavano creando imbarazzo ma anche panico ai tutti i partiti del nuovo Parlamento. Erano disoccupati dell’Industria di guerra. Erano state fatte molte promesse di benessere dopo la guerra. (esproprio di terre ai latifondisti e spartizione ai reduci) La mancanza di un solido mercato interno e la crisi di quelli esteri impediva tuttavia, che la produzione potesse trovare sfogo, e di conseguenza molte manifatture semplicemente chiusero. La situazione economica somiglia a tenti altri paesi soprattutto quelli coinvolti nel 1° grande conflitto. L’Italia era ancora alle prese con la guerra in Albania.

B) Un enorme disoccupazione (30%) al Sud e circa dieci punti meno al Nord preoccupa il governo Berlusconi che promette nuova crescita “senza mettere le mani nelle tasche degli italiani” che vengono ipnotizzati dall’uomo dei sogni e eccellente piazzista. Sprechi enormi per mantenere i nostri soldati su “missioni di pace” acquistando armamenti con i soldi degli italiani impoveriti e nella piena miseria. E’ coinvolta, per la prima volta, la media borghesia. Promette credito alle industrie che gradualmente chiudono. Si perde credito internazionale e soprattutto europeo.

A) Alla situazione politica internazionale difficile, Jugoslavia, Dalmazia, i problemi irrisolti d’Istria e Fiume, Usa e Inghilterra, faceva da facevano da contraltare alla situazione economica interna drammatica;

B) alla situazione europea in cui l’Italia appare manchevole, mostra chiaramente diffidenza e alcun credito sia di crescita che capacità di risorse per un pareggio del debito pubblico. Saltano le Borse (compreso USA) di tutto il mondo ma in particolare quella di Milano e lo spread Italia-Germania supera il valore di 520. Vengono bruciati, nell’arco di tre-quattro mesi, miliardi di euro.
Il governo Berlusconi e tutti gli altri partiti, su invito del Presidente della Repubblica, lascia sconfitto le Camere e viene chiesto l’intervento di un governo “d’emergenza” di natura esclusivamente tecnicista.

A) In un primo momento ciò provocò un'importante crescita di partiti e movimenti di sinistra, in particolar modo del Partito Socialista Italiano, la cui componente minoritaria rivoluzionaria era galvanizzata dal successo della Rivoluzione russa. Così, mentre tutto crollava, nel 1921 il Partito Socialista Italiano si disgregava dando vita al Partito Comunista d'Italia. Queste nuove forze non riescono ad interpretare l’intollerante e insopportabile miseria dilagante . Resta ingessato nei propri lacciuoli di superiore saggezza; si fanno avanti, allora, nell’attesa, formazioni nazionaliste che si scatenano nella contestazione. Si attivarono i circoli dannunziani. Si aggiunsero gruppi di reduci ed intellettuali interventisti, nazionalisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari la piccola borghesia nel dopoguerra che si trovò i nuovi referenti per essere riportata ad un ruolo di primo piano, minacciata com'era dal basso dalle agitazioni socialiste e, dall'alto, dal grande capitalismo che prometteva di assorbirne mercati e risorse.

B) Il PD di Bersani e le altre forze della sinistra incominciano a salire nelle preferenze degli italiani. Parrebbe che tutto debba volgere all’annullamento del precedente governo di centro-destra. Il Nuovo Governo Tecnico decide, per salvare l’Italia, di massacrare le parti del paese più deboli. I partiti di sinistra stanno a guardare. Si dicono “responsabili” e saggi, ossia quello di cui ha bisogno l’Italia.

COSA potrebbe succedere?

Berlusconi, (o altri) apparentemente scomparso, prepara la riscossa; Ha tempo! Come Mussolini adoperò le mafie, soprattutto la camorra, chiunque potrebbe perseverare in questo vecchio disegno. Gli interessi di quel 10% di ricchi nel Paese, sono stati appena toccati dalla manovra Monti. Preferiscono ristabilire il populismo del precedente governo. La Media Borghesia impoverita, insieme alle forze operaie, assalite dall’ICI, dall’Irpef, dal rinvigorimento delle banche, (vere cause della crisi) delle rendite catastali, dei carburanti, dei beni di consumo essenziali, il 67% di poveri pensionati dimenticati et cetera, si sentono tutti traditi e riemergono le forze nazionaliste e di Destra.

Questa volta si andrà non a Roma a marciare ma a Venezia per riaprire un vecchio balcone.

Come allora, il Sud, ebbe il peggio. Ricominciarono le emigrazioni e la memoria venne smarrita.
Duce "…bene o male che sia l'emigrazione è una necessità fisiologica del popolo italiano. Siamo quaranta milioni serrati in questa nostra angusta e adorabile penisola che non può nutrire tutti quanti…
(USA, 52.000 immigrati al mese, provvedimento “quota Act”, Benito Mussolini, Opera Omnia, rist. Editrice La Fenice, Firenze 1972).

Dove sarà andata, a proposito la Sinistra? “... tenene ‘o vizzio ‘e nun chiuere maje ‘e feneste”

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