sabato 29 ottobre 2011

Giovani, donne e Meridione. Due milioni di senza lavoro

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Dina Galano
Fonte: Terra news


IL RAPPORTO. Confartigianato pubblica i dati sulla disoccupazione degli under 35. All’Italia il primato negativo in Europa per il più alto tasso di inattività. Il Sud è ancora una realtà in stallo.

I giovani italiani senza lavoro sono due milioni. Il dato non lascia molto all’immaginazione quando, comparato con gli altri Paesi europei, esprime il deficit occupazionale peggiore dell’area euro. L’inattività colpisce il 25,9 per cento dei ragazzi tra i 24 e i 25 anni, ben oltre la soglia registrata in Europa del 15,7 per cento. E la media nasconde sperequazioni ulteriori; infatti, se il numero complessivo viene scorporato tra diverse aree del Paese e tra i diversi generi si scopre che la disoccupazione giovanile rappresenta la regola nel Mezzogiorno (circa 1 milione e 120mila senza lavoro under 35) e per le donne (un milione e 341mila). Lo stallo dell’accesso alla professione è stato fotografato dall’Ufficio studi di Confartigianato che, analizzando i trend occupazionali, ha prodotto lo studio in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma di apprendistato.

Quella forma contrattuale, insieme all’ipotesi della decontribuzione ancora all’esame del Consiglio dei ministri, per l’associazione di imprese artigiane è la risorsa su cui puntare per mettere argine alla crisi giovanile. Le difficoltà economiche e finanziarie dell’Italia si sono finora abbattute sulle spalle dei giovani: tra il 2008 e il 2011 gli occupati under 35 sono diminuiti di un milione e 130mila unità, pari a un meno 15,6 per cento. Rispetto al calo del 7,1 per cento dell’Eurozona, una flessione di intensità doppia. Ed è sempre il Mezzogiorno, sottolinea Confartigianato, a registrare la maggiore perdita (meno 371mila posti di lavoro). Qui, intere aree sono finite ai primi posti per tasso di disoccupazione tra le 271 regioni europee prese in considerazione dallo studio. «Ampliando la visuale nella comparazione internazionale del fenomeno», si spiega nel rapporto, «riscontriamo che tra le prime 30 regioni del continente col più alto tasso di disoccupazione troviamo cinque regioni del Mezzogiorno: solo alcune regioni della Spagna – il Paese europeo maggiormente colpito dalla recessione - ed alcune ex colonie francesi d’Oltremare registrano una disoccupazione maggiore di Basilicata (42%), Campania (41,9%) e Sicilia (41,3%)».

A ben vedere, a parità di crisi economica in corso, alcuni fattori inciderebbero maggiormente sull’inattività del segmento giovanile. Secondo Confartigianato si tratterebbe di un mix di «scoraggiamento», «minacce di concorrenza sleale alle imprese e al lavoro regolare da parte del sommerso». Ma anche la caratteristica, anche questa particolarmente italiana, dell’«eccessivo protrarsi degli studi oltre il limite legale». A percorrere lo Stivale, le chance di trovare lavoro diminuiscono da Nord verso Sud: Milano «è la capitale dell’Italia interessata a offrire un impiego ai giovani under 30», si legge nel rapporto. Seguono Trieste, Bologna, Rimini e Firenze mentre agli ultimi posti arrancano Reggio Calabria, Foggia, Vibo Valentia, Messina e Benevento.

«La situazione delle donne e dell’intero Mezzogiorno è una vera emergenza», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, accogliendo sì l’appello per la diffusione dei contratti di apprendistato ma con una nota critica. «Non bastano buone norme che la Cgil ha fortemente voluto, occorre intervenire rispettando gli impegni sulle forme di lavoro che lo hanno limitato, come le collaborazioni, i tirocini e gli stage». Se, come si vocifera, nel decreto Sviluppo verranno approvate norme che incentiveranno l’assunzione dei più giovani almeno si potrà dare un segnale di ripresa a uno dei segmenti che distanzia il Paese dal resto d’Europa.

Fonte: Terra news

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Dina Galano
Fonte: Terra news


IL RAPPORTO. Confartigianato pubblica i dati sulla disoccupazione degli under 35. All’Italia il primato negativo in Europa per il più alto tasso di inattività. Il Sud è ancora una realtà in stallo.

I giovani italiani senza lavoro sono due milioni. Il dato non lascia molto all’immaginazione quando, comparato con gli altri Paesi europei, esprime il deficit occupazionale peggiore dell’area euro. L’inattività colpisce il 25,9 per cento dei ragazzi tra i 24 e i 25 anni, ben oltre la soglia registrata in Europa del 15,7 per cento. E la media nasconde sperequazioni ulteriori; infatti, se il numero complessivo viene scorporato tra diverse aree del Paese e tra i diversi generi si scopre che la disoccupazione giovanile rappresenta la regola nel Mezzogiorno (circa 1 milione e 120mila senza lavoro under 35) e per le donne (un milione e 341mila). Lo stallo dell’accesso alla professione è stato fotografato dall’Ufficio studi di Confartigianato che, analizzando i trend occupazionali, ha prodotto lo studio in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma di apprendistato.

Quella forma contrattuale, insieme all’ipotesi della decontribuzione ancora all’esame del Consiglio dei ministri, per l’associazione di imprese artigiane è la risorsa su cui puntare per mettere argine alla crisi giovanile. Le difficoltà economiche e finanziarie dell’Italia si sono finora abbattute sulle spalle dei giovani: tra il 2008 e il 2011 gli occupati under 35 sono diminuiti di un milione e 130mila unità, pari a un meno 15,6 per cento. Rispetto al calo del 7,1 per cento dell’Eurozona, una flessione di intensità doppia. Ed è sempre il Mezzogiorno, sottolinea Confartigianato, a registrare la maggiore perdita (meno 371mila posti di lavoro). Qui, intere aree sono finite ai primi posti per tasso di disoccupazione tra le 271 regioni europee prese in considerazione dallo studio. «Ampliando la visuale nella comparazione internazionale del fenomeno», si spiega nel rapporto, «riscontriamo che tra le prime 30 regioni del continente col più alto tasso di disoccupazione troviamo cinque regioni del Mezzogiorno: solo alcune regioni della Spagna – il Paese europeo maggiormente colpito dalla recessione - ed alcune ex colonie francesi d’Oltremare registrano una disoccupazione maggiore di Basilicata (42%), Campania (41,9%) e Sicilia (41,3%)».

A ben vedere, a parità di crisi economica in corso, alcuni fattori inciderebbero maggiormente sull’inattività del segmento giovanile. Secondo Confartigianato si tratterebbe di un mix di «scoraggiamento», «minacce di concorrenza sleale alle imprese e al lavoro regolare da parte del sommerso». Ma anche la caratteristica, anche questa particolarmente italiana, dell’«eccessivo protrarsi degli studi oltre il limite legale». A percorrere lo Stivale, le chance di trovare lavoro diminuiscono da Nord verso Sud: Milano «è la capitale dell’Italia interessata a offrire un impiego ai giovani under 30», si legge nel rapporto. Seguono Trieste, Bologna, Rimini e Firenze mentre agli ultimi posti arrancano Reggio Calabria, Foggia, Vibo Valentia, Messina e Benevento.

«La situazione delle donne e dell’intero Mezzogiorno è una vera emergenza», ha commentato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, accogliendo sì l’appello per la diffusione dei contratti di apprendistato ma con una nota critica. «Non bastano buone norme che la Cgil ha fortemente voluto, occorre intervenire rispettando gli impegni sulle forme di lavoro che lo hanno limitato, come le collaborazioni, i tirocini e gli stage». Se, come si vocifera, nel decreto Sviluppo verranno approvate norme che incentiveranno l’assunzione dei più giovani almeno si potrà dare un segnale di ripresa a uno dei segmenti che distanzia il Paese dal resto d’Europa.

Fonte: Terra news

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