mercoledì 20 luglio 2011

Napoli ancora invasa dai rifiuti. E i giochi di palazzo tra Lega e Pdl rallentano l’iter

Napoli, spazzatura nelle strade

Si cammina sul filo, un sottile equilibrio per evitare il baratro. Napoli è ancora invasa dai rifiuti, nonostante gli sforzi dell’Asia, con i camion impegnati 24 ore su 24, e la risposta civile dei quartieri spagnoli dove i cittadini si sono auto-organizzati iniziando una raccolta differenziata fai-da te in attesa di quella ufficiale.

Un equilibrio precario che i giochetti di palazzo di Pdl e Lega potrebbero definitamente spezzare. Il decreto rifiuti doveva tornare nuovamente in commissione, ipotesi bocciata per 6 voti. Ora, poi, l’iniziale astensione della Lega Nord si è trasformata in un no secco che peggiora la situazione. La decisione del consiglio di Stato di ieri ha reso quasi inutile il decreto: i magistrati di Palazzo Spada hanno detto sì agli accordi per portare fuori regione la spazzatura ritenendoli validi e capovolgendo il giudizio negativo del Tar.

Così il decreto del governo, introducendo nuovi sistemi autorizzativi e accordi tra le regioni, potrebbe paradossalmente rendere più complesso portare i rifiuti in uscita dagli Stir fuori dal territorio campano. Ieri il sindaco di Napoli Luigi De Magistris aveva parlato, in conferenza stampa, del rischio sabotaggio. Gli stop e i veti incrociati di certo non aiutano. Per evitare nuovi ostacoli, l’ex pm aveva preferito tenere segreto il paese straniero dove, via nave, saranno portati i rifiuti. Un’idea che ricorda la proposta iniziale di Gianni Lettieri, il candidato al comune per il Pdl, anche se – in quel caso – finalizzata all’incenerimento e non alla differenziata spinta. Un trasferimento fuori nazione che costerà addirittura meno di quello che costa conferire i rifiuti negli impianti provinciali. “Abbiamo ereditato – ha ricordato De Magistris – uno sfascio, non abbiamo un solo impianto e sarebbe preferibile avere un solo Stir da utilizzare per la città”.

L’Asia, la società del comune di Napoli, ha ufficializzato l’apertura (è in corso l’iter autorizzativo) di un sito di stoccaggio provvisorio in città nella zona di via Brin, ma la situazione nelle strade è tragica. A terra ci sono 2520 tonnellate di rifiuti e la raccolta ha subito nuovi stop. Questa notte si è scaricato negli impianti Stir, una parte è stata allocata nell’altro impianto di stoccaggio (nell’ex impianto Icm in zona Napoli Est), ma sono rimaste 300 tonnellate della produzione quotidiana.

Oltre alla vicenda decreto e ai no incrociati di Lega e Pdl, resta difficile anche il rapporto con una ditta che si occupa di raccogliere il pattume nella zona del centro storico: la Lavajet. Da tre giorni la raccolta prosegue a rilento e i rifiuti sono passati da 15 tonnellate, in quell’area, a oltre 190. I lavoratori lamentano il mancato pagamento degli arretrati, una situazione che chiama in causa la precedente gestione Enerambiente, finita sotto la lente di ingrandimento degli investigatori per assunzioni pilotate e possibili giri di mazzette. In queste ore è previsto un vertice tra il vicesindacoTommaso Sodano, il presidente di Asia Raphael Rossi e i vertici dell’azienda per provare a sbloccare la situazione definitivamente, visto che non è la prima volta che i lavoratori incrociano le braccia. Contratto che scade a dicembre quando questi lavoratori dovranno passare da una gestione privata ad una pubblica.

Intanto, a ritmo frenetico si lavora per creare un ciclo di gestione efficiente ed autonomo, a settembre partirà la differenziata porta a porta in altri quartieri della città per raggiungere e superare i 300 mila cittadini coinvolti. Anche quelli dei quartieri spagnoli, dove su iniziativa dei commercianti, è già partita una raccolta auto-gestita. Segnali di luce nella piramide di spazzatura che sommerge ancora la città.


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Napoli, spazzatura nelle strade

Si cammina sul filo, un sottile equilibrio per evitare il baratro. Napoli è ancora invasa dai rifiuti, nonostante gli sforzi dell’Asia, con i camion impegnati 24 ore su 24, e la risposta civile dei quartieri spagnoli dove i cittadini si sono auto-organizzati iniziando una raccolta differenziata fai-da te in attesa di quella ufficiale.

Un equilibrio precario che i giochetti di palazzo di Pdl e Lega potrebbero definitamente spezzare. Il decreto rifiuti doveva tornare nuovamente in commissione, ipotesi bocciata per 6 voti. Ora, poi, l’iniziale astensione della Lega Nord si è trasformata in un no secco che peggiora la situazione. La decisione del consiglio di Stato di ieri ha reso quasi inutile il decreto: i magistrati di Palazzo Spada hanno detto sì agli accordi per portare fuori regione la spazzatura ritenendoli validi e capovolgendo il giudizio negativo del Tar.

Così il decreto del governo, introducendo nuovi sistemi autorizzativi e accordi tra le regioni, potrebbe paradossalmente rendere più complesso portare i rifiuti in uscita dagli Stir fuori dal territorio campano. Ieri il sindaco di Napoli Luigi De Magistris aveva parlato, in conferenza stampa, del rischio sabotaggio. Gli stop e i veti incrociati di certo non aiutano. Per evitare nuovi ostacoli, l’ex pm aveva preferito tenere segreto il paese straniero dove, via nave, saranno portati i rifiuti. Un’idea che ricorda la proposta iniziale di Gianni Lettieri, il candidato al comune per il Pdl, anche se – in quel caso – finalizzata all’incenerimento e non alla differenziata spinta. Un trasferimento fuori nazione che costerà addirittura meno di quello che costa conferire i rifiuti negli impianti provinciali. “Abbiamo ereditato – ha ricordato De Magistris – uno sfascio, non abbiamo un solo impianto e sarebbe preferibile avere un solo Stir da utilizzare per la città”.

L’Asia, la società del comune di Napoli, ha ufficializzato l’apertura (è in corso l’iter autorizzativo) di un sito di stoccaggio provvisorio in città nella zona di via Brin, ma la situazione nelle strade è tragica. A terra ci sono 2520 tonnellate di rifiuti e la raccolta ha subito nuovi stop. Questa notte si è scaricato negli impianti Stir, una parte è stata allocata nell’altro impianto di stoccaggio (nell’ex impianto Icm in zona Napoli Est), ma sono rimaste 300 tonnellate della produzione quotidiana.

Oltre alla vicenda decreto e ai no incrociati di Lega e Pdl, resta difficile anche il rapporto con una ditta che si occupa di raccogliere il pattume nella zona del centro storico: la Lavajet. Da tre giorni la raccolta prosegue a rilento e i rifiuti sono passati da 15 tonnellate, in quell’area, a oltre 190. I lavoratori lamentano il mancato pagamento degli arretrati, una situazione che chiama in causa la precedente gestione Enerambiente, finita sotto la lente di ingrandimento degli investigatori per assunzioni pilotate e possibili giri di mazzette. In queste ore è previsto un vertice tra il vicesindacoTommaso Sodano, il presidente di Asia Raphael Rossi e i vertici dell’azienda per provare a sbloccare la situazione definitivamente, visto che non è la prima volta che i lavoratori incrociano le braccia. Contratto che scade a dicembre quando questi lavoratori dovranno passare da una gestione privata ad una pubblica.

Intanto, a ritmo frenetico si lavora per creare un ciclo di gestione efficiente ed autonomo, a settembre partirà la differenziata porta a porta in altri quartieri della città per raggiungere e superare i 300 mila cittadini coinvolti. Anche quelli dei quartieri spagnoli, dove su iniziativa dei commercianti, è già partita una raccolta auto-gestita. Segnali di luce nella piramide di spazzatura che sommerge ancora la città.


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