mercoledì 6 luglio 2011

In esclusiva, la prima parte della prefazione di Pino Aprile alla ristampa del libro " I savoia e il massacro del Sud " di Antonio Ciano



Dopo 15 anni dalla prima pubblicazione torna in tutte le librerie il bestseller di Antonio Ciano " I savoia e il massacro del Sud"



Con prefazione di Pino Aprile
Magenes editore

" I Savoia e il Massacro del Sud", il bestseller di Antonio Ciano, è  distribuito in tutta Italia dalla MAGENES.


Acquistabile n libreria o on-line:
http://www.ibs.it/code/9788887376883/ciano-antonio/savoia-massacro-del.html
http://www.amazon.it/I-Savoia-massacro-del-sud/dp/8887376883





PREFAZIONE

di Pino Aprile

Questo libro fu pubblicato, la prima volta, quindici anni fa. È il risultato della riflessione, della dignità e dell’indignazione di un uomo che ha riscoperto, nella sua carne, una ferita antica e mai chiusa: il martirio della sua città, Gaeta, per favorire la nascita del- l’Italia unita, rivelatasi matrigna e persino ancora nemica di chi, a quella costruzione storica, ha pagato, per tutti, il prezzo più alto, in risorse e sangue. Antonio Ciano è un uomo perbene, mosso da quella passione civile che spinge alla ricerca della verità, alla denuncia delle storture, e soprattutto all’azione, magari in totale solitudine, o in assoluta minoranza; per l’incapacità di tradire il primo comandamento degli onesti: fa’ quel che devi!

Perché ne parlo così? Perché lo conosco.

Sono l’autore di Terroni, la rilettura, da Sud, di 150 anni di storia d’Italia, dal Risorgimento a oggi, con il racconto dell’invasione, le stragi, il saccheggio del Sud, gli stupri, le torture, le rappresaglie, le leggi per drenare danaro nel Meridione e spenderlo al Nord, allora come oggi (è solo un degno continuatore di una delinquenziale e consolidata pratica il ministro Giulio Tremonti che sottrae decine di miliardi di euro dai Fondi per le aree sottoutilizzare (cui erano destinati per legge!) e li dilapida all’ombra della sue Alpi, per esempio per pagare le multe europee per le truffe degli degli allevatori padani). È stato detto che Terroni ha risvegliato l’orgoglio del Sud e lo ha indotto a cercare strumenti politici per pretendere il rispetto di quel diritto all’equità, da parte dello Stato, che sin qui è stato negato ai meridionali (si era pensato di sostituirlo con l’insulto…).

Altrimenti, non si spiegherebbe il sorprendente successo del libro, che ha polverizzato ogni più rosea previsione editoriale, sino a divenire un fenomeno non solo letterario, ma sociale, politico. La verità è un’altra: Terroni ha incontrato un’onda insospettatamente alta, che era montata negli anni, senza che nessuno si fosse accorto di quanto potente e vasta fosse; nemmeno io che, pure, a questi temi ho dedicato studio e scritti.

Quella sollevazione di tanto popolo si deve ad altri: alla reazione dei meridionali per la quantità e vomitevole qualità di offese, discriminazioni, attacchi razzisti firmati dalla Lega e benedetti da buona parte dei reazionari del Nord, sostenuti da reazionari del Sud, ignorati da progressisti del Nord e del Sud: dallo sciagurato accordo Pagliarini-Van Miert (il primo, leghista, allora purtroppo per l’Italia e per il Sud, ministro; il secondo rappresentante dell’Unione Europea), che tolse, solo al nostro Mezzogiorno, gli sgravi fiscali concessi alle aree depresse del continente, e costò 100mila posti di lavoro nelle regioni italiane già a più alta disoccupazione; alle manovre leghiste per togliere a Napoli la paternità della pizza e della dieta mediterranea!

Ma quella sollevazione di tanto popolo si deve anche alla conoscenza diffusa da tanti autori, prima di Terroni, sulle vere vicende del Risorgimento e la diseguale, ferocemente diseguale, distribuzione delle risorse: nessuna industria ha reso tanto al Nord, quanto la fabbrica della sottrazione delle risorse destinate al Sud (persino l’Ici sulle case di lusso fu abolita in tutt’Italia, grazie al solito manolesta Tremonti, con i 3,5 miliardi di euro stanziati per riassestare strade e porti di Calabria e Sicilia).

Uno dei primi e più attivi di quella nuova leva di meridionalisti che produssero il riemergere di una sopita e rassegnata sensibilità è Antonio Ciano.

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Dopo 15 anni dalla prima pubblicazione torna in tutte le librerie il bestseller di Antonio Ciano " I savoia e il massacro del Sud"



Con prefazione di Pino Aprile
Magenes editore

" I Savoia e il Massacro del Sud", il bestseller di Antonio Ciano, è  distribuito in tutta Italia dalla MAGENES.


Acquistabile n libreria o on-line:
http://www.ibs.it/code/9788887376883/ciano-antonio/savoia-massacro-del.html
http://www.amazon.it/I-Savoia-massacro-del-sud/dp/8887376883





PREFAZIONE

di Pino Aprile

Questo libro fu pubblicato, la prima volta, quindici anni fa. È il risultato della riflessione, della dignità e dell’indignazione di un uomo che ha riscoperto, nella sua carne, una ferita antica e mai chiusa: il martirio della sua città, Gaeta, per favorire la nascita del- l’Italia unita, rivelatasi matrigna e persino ancora nemica di chi, a quella costruzione storica, ha pagato, per tutti, il prezzo più alto, in risorse e sangue. Antonio Ciano è un uomo perbene, mosso da quella passione civile che spinge alla ricerca della verità, alla denuncia delle storture, e soprattutto all’azione, magari in totale solitudine, o in assoluta minoranza; per l’incapacità di tradire il primo comandamento degli onesti: fa’ quel che devi!

Perché ne parlo così? Perché lo conosco.

Sono l’autore di Terroni, la rilettura, da Sud, di 150 anni di storia d’Italia, dal Risorgimento a oggi, con il racconto dell’invasione, le stragi, il saccheggio del Sud, gli stupri, le torture, le rappresaglie, le leggi per drenare danaro nel Meridione e spenderlo al Nord, allora come oggi (è solo un degno continuatore di una delinquenziale e consolidata pratica il ministro Giulio Tremonti che sottrae decine di miliardi di euro dai Fondi per le aree sottoutilizzare (cui erano destinati per legge!) e li dilapida all’ombra della sue Alpi, per esempio per pagare le multe europee per le truffe degli degli allevatori padani). È stato detto che Terroni ha risvegliato l’orgoglio del Sud e lo ha indotto a cercare strumenti politici per pretendere il rispetto di quel diritto all’equità, da parte dello Stato, che sin qui è stato negato ai meridionali (si era pensato di sostituirlo con l’insulto…).

Altrimenti, non si spiegherebbe il sorprendente successo del libro, che ha polverizzato ogni più rosea previsione editoriale, sino a divenire un fenomeno non solo letterario, ma sociale, politico. La verità è un’altra: Terroni ha incontrato un’onda insospettatamente alta, che era montata negli anni, senza che nessuno si fosse accorto di quanto potente e vasta fosse; nemmeno io che, pure, a questi temi ho dedicato studio e scritti.

Quella sollevazione di tanto popolo si deve ad altri: alla reazione dei meridionali per la quantità e vomitevole qualità di offese, discriminazioni, attacchi razzisti firmati dalla Lega e benedetti da buona parte dei reazionari del Nord, sostenuti da reazionari del Sud, ignorati da progressisti del Nord e del Sud: dallo sciagurato accordo Pagliarini-Van Miert (il primo, leghista, allora purtroppo per l’Italia e per il Sud, ministro; il secondo rappresentante dell’Unione Europea), che tolse, solo al nostro Mezzogiorno, gli sgravi fiscali concessi alle aree depresse del continente, e costò 100mila posti di lavoro nelle regioni italiane già a più alta disoccupazione; alle manovre leghiste per togliere a Napoli la paternità della pizza e della dieta mediterranea!

Ma quella sollevazione di tanto popolo si deve anche alla conoscenza diffusa da tanti autori, prima di Terroni, sulle vere vicende del Risorgimento e la diseguale, ferocemente diseguale, distribuzione delle risorse: nessuna industria ha reso tanto al Nord, quanto la fabbrica della sottrazione delle risorse destinate al Sud (persino l’Ici sulle case di lusso fu abolita in tutt’Italia, grazie al solito manolesta Tremonti, con i 3,5 miliardi di euro stanziati per riassestare strade e porti di Calabria e Sicilia).

Uno dei primi e più attivi di quella nuova leva di meridionalisti che produssero il riemergere di una sopita e rassegnata sensibilità è Antonio Ciano.

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