domenica 26 giugno 2011

L’oncologo Giordano: crisi rifiuti, aumento tumori e DNA a rischio in Campania

«Dna in città rovinato dalla crisi rifiuti». L’oncologo Antonio Giordano: «ogni anno 40mila tumori in più. Aumentano le patologie, ma non c’è un registro»


Lo scorso lunedì si è presentato in punta di piedi all’Hotel Caracciolo, per un convegno sui rifiuti organizzato dall’Unione sindacale di base. Lo scienziato Antonio Giordano, origine napoletana ma americano di adozione, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, presidente della Human Health Foundation e professore di Anatomia patologica presso il dipartimento di Patologia umana ed oncologia dell’Università degli Studi di Siena, ha gridato parole forti sulla condizione sanitaria dei cittadini napoletani e di tutta la regione: «In Campania ogni anno aumentano i tumori e non sono stati in grado nemmeno di istituire il registro regionale». Professore, sull’incremento delle malattie tumorali lei ha parlato di debolezza genetica. Perché? «Il mio ragionamento è molto semplice. I nostri studi hanno constatato un costante aumento dei tumori nella nostra regione: 40mila casi in più all’anno. La causa può avere una doppia origine: la vicinanza dei cittadini ai siti dove si trovano rifiuti e sostanze tossiche o un progressivo indebolimento genetico negli ultimi quarant’anni. Potremmo dire una sorta di Dna colabrodo».

LA SPIEGAZIONE DELLO SCIENZIATO – Qual è la sua ipotesi? «Credo che il gene sia perennemente esposto alla tossicità dell’immondizia e delle discariche. Come a Pianura, ad esempio, dove è stata anche accertata la presenza di sostanze altamente inquinanti provenienti dal Nord. Credo si stia perdendo parecchio tempo». Cosa si può fare nell’immediato? «Bonifica e prevenzione. In Texas, da quando hanno iniziato le opere di risanamento del territorio, le malformazioni sono diminuite del 40 per cento. Se pensiamo che per ridurre la malattie tumorali occorre molto più tempo, è chiaro chebisogna iniziare subito. E poi servono strutture per le attività di prevenzione. Purtroppo, si sta scontando un fortissimo ritardo per quanto riguarda il Registro dei tumori che è fermo da quasi un anno. E se queste sono le basi, dove vogliamo andare?». Dopo tanti anni negli States ha deciso di riportare la ricerca nel suo Paese. Quali problemi ha riscontrato? «Innanzitutto amo Napoli e proverò a portare avanti i miei studi anche qui. Purtroppo c’è un’invadenza della politica nel campo della medicina. Ad andare avanti, spesso, non sono le competenze e la bravura ma il rapporto clientelare. Mi sono convinto che non si tratta di questa o quella parte politica, perché in Campania ho riscontrato una certa continuità con il passato. Quando ho pubblicato lo studio sull’aumento dei tumori sono state sollevate polemiche che mi hanno sorpreso. Ho capito che nelle istituzioni sanitarie sta venendo a mancare la competenza, il dialogo e il rigore scientifico». Alla luce dell’allarme che ha lanciato: cosa chiede al nuovo sindaco di Napoli? «Dico che il cambiamento non è solo uno slogan: scelga le eccellenze e gli uomini giusti, al di fuori degli interessi forti e di parte».
(Giuseppe Manzo, CorMez)

Fonte:La Vocedell'emergenza blog

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«Dna in città rovinato dalla crisi rifiuti». L’oncologo Antonio Giordano: «ogni anno 40mila tumori in più. Aumentano le patologie, ma non c’è un registro»


Lo scorso lunedì si è presentato in punta di piedi all’Hotel Caracciolo, per un convegno sui rifiuti organizzato dall’Unione sindacale di base. Lo scienziato Antonio Giordano, origine napoletana ma americano di adozione, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, presidente della Human Health Foundation e professore di Anatomia patologica presso il dipartimento di Patologia umana ed oncologia dell’Università degli Studi di Siena, ha gridato parole forti sulla condizione sanitaria dei cittadini napoletani e di tutta la regione: «In Campania ogni anno aumentano i tumori e non sono stati in grado nemmeno di istituire il registro regionale». Professore, sull’incremento delle malattie tumorali lei ha parlato di debolezza genetica. Perché? «Il mio ragionamento è molto semplice. I nostri studi hanno constatato un costante aumento dei tumori nella nostra regione: 40mila casi in più all’anno. La causa può avere una doppia origine: la vicinanza dei cittadini ai siti dove si trovano rifiuti e sostanze tossiche o un progressivo indebolimento genetico negli ultimi quarant’anni. Potremmo dire una sorta di Dna colabrodo».

LA SPIEGAZIONE DELLO SCIENZIATO – Qual è la sua ipotesi? «Credo che il gene sia perennemente esposto alla tossicità dell’immondizia e delle discariche. Come a Pianura, ad esempio, dove è stata anche accertata la presenza di sostanze altamente inquinanti provenienti dal Nord. Credo si stia perdendo parecchio tempo». Cosa si può fare nell’immediato? «Bonifica e prevenzione. In Texas, da quando hanno iniziato le opere di risanamento del territorio, le malformazioni sono diminuite del 40 per cento. Se pensiamo che per ridurre la malattie tumorali occorre molto più tempo, è chiaro chebisogna iniziare subito. E poi servono strutture per le attività di prevenzione. Purtroppo, si sta scontando un fortissimo ritardo per quanto riguarda il Registro dei tumori che è fermo da quasi un anno. E se queste sono le basi, dove vogliamo andare?». Dopo tanti anni negli States ha deciso di riportare la ricerca nel suo Paese. Quali problemi ha riscontrato? «Innanzitutto amo Napoli e proverò a portare avanti i miei studi anche qui. Purtroppo c’è un’invadenza della politica nel campo della medicina. Ad andare avanti, spesso, non sono le competenze e la bravura ma il rapporto clientelare. Mi sono convinto che non si tratta di questa o quella parte politica, perché in Campania ho riscontrato una certa continuità con il passato. Quando ho pubblicato lo studio sull’aumento dei tumori sono state sollevate polemiche che mi hanno sorpreso. Ho capito che nelle istituzioni sanitarie sta venendo a mancare la competenza, il dialogo e il rigore scientifico». Alla luce dell’allarme che ha lanciato: cosa chiede al nuovo sindaco di Napoli? «Dico che il cambiamento non è solo uno slogan: scelga le eccellenze e gli uomini giusti, al di fuori degli interessi forti e di parte».
(Giuseppe Manzo, CorMez)

Fonte:La Vocedell'emergenza blog

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