mercoledì 29 giugno 2011

Fenice avvelena ancora. A maggio riscontrato Arsenico

L'inceneritore Fenice

Di Piero Ferrante

Melfi – NICKEL e Manganese in aumento; i dati sui pozzi piezometrici non riportati nelle rilevazioni di marzo che compaiono e sono mortificanti; la “new entry dell’arsenico”, per dirla con le parole di Nicola Abbiuso, Comitato Diritto alla Salute di Lavello. Questo quello che emerge dal monitoraggio ambientale delle acque dei pozzi a valle dell’inceneritore de La Fenice di Melfi a maggio 2011. C’è di strano, ancora una volta, il silenzio degli enti e dell’Arpa della Lucania che, anche di fronte a questo ennesimo dato negativo, prosegue nel suo tentativo silenzioso di picconamento del fiume Ofanto.

Le cifre diffuse mettono in apprensione i cittadini del Vulture. Aumenta infatti, malgrado la tanta decantata barriera idrica – in effetti inutile, malgrado avesse dovuto, in parte, contenere l’inquinamento della falda – la presenza nell’acqua di metalli pesanti. Veri e propri assalitori della salute dell’uomo. Capaci come sono di violare l’immunità del corpo attraverso la diffusione di malattie allergologiche ed infiammatorie (oltre che, ovviamente, tumorali).

NICKEL - Il problema dei problemi. Ormai da quattro anni è la costante fissa delle rilevazioni dei pozzi melfesi. L’attività di Fenice, dicono i dati di maggio, ha provocato l’ennesimo inquinamento danickel. A differenza di quanto avvenuto tre mesi fa – dei rilevamenti compiuti a marzo furono diffusi soltanto i dati riguardanti 6 pozzi -, ora la situazione è più chiara. Ma, purtuttavia, non per questo migliore. In sette dei dieci pozzi, l’acqua ha una concentrazione di nickel superiore alla norma. Il decreto legge 152 del 2006, infatti, fissa a 20 i milligrammi per litro di metallo possibile. Barriere, questa, oltrepassata nei pozzi 2 (33 mg/l, niente rilevamento a marzo), 3 (34 mg/l, in salita rispetto ai 21 di tre mesi fa), 5 (172 mg/l, nessun dato a marzo), 6 (183 mg/l, in crescita), 7 (43mg/l, in miglioramento), 8 (addirittura 393 mg/l, nessun dato precedente) e 9 (93mg/l, molto peggio) e contenuta soltanto nell’1 (5 mg/l), nel 4 (per un soffio, 15 mg/l) e nel 104.

MANGANESE - Va addirittura peggio per quel che concerne il manganese (che, tanto per capirci, è una delle maggior cause del parkinson). Anche in questo caso, la diffusione dei rilevamenti effettuati su tutti i pozzi, butta giù la maschera dietro cui Arpab e Fenice si schermavano. A fronte di un limite previsto di 50 mg/l, sfora metà dei pozzi: il 2 (955 mg/l, vuota la casella a marzo), il 4 (610 mg/l, quattro volte in più rispetto a tre mesi fa), il 5 (955 mg/l, non rilevato a marzo), il 6 (1250 mg/l, anche questo un centinaio di mg/l in più rispetto a tre mesi fa), l’8 (394mg/l, ovviamente inserito dopo il silenzio di marzo).

ARSENICO - As, questa la nuova sigla che spaventa i Comitati e i cittadini di Puglia e Basilicata. Ovvero, l’Arsenico, uno dei veleni più letali in natura. E’ un’assoluta novità. Lo sforamento è stato registrato nel pozzo di emungimento numero 4 dove, a fronte di un limite fissato a 10 mg/l, si è raggiunta quota 18.

REAZIONI - Abbiuso non ha nessun dubbio. E ripete ancora, come un mantra, la sola soluzione possibile: “Bisogna fermare l’inquinamento. E per fermare l’inquinamento bisogna dire basta a Fenice”. Discorso bissato dal Comitato di Capitanata che, per voce di Michele Solazzo chiede “la cessazione immediata del funzionamento dell’inceneritore La Fenice”.

Fonte: statoquotidiano.it

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L'inceneritore Fenice

Di Piero Ferrante

Melfi – NICKEL e Manganese in aumento; i dati sui pozzi piezometrici non riportati nelle rilevazioni di marzo che compaiono e sono mortificanti; la “new entry dell’arsenico”, per dirla con le parole di Nicola Abbiuso, Comitato Diritto alla Salute di Lavello. Questo quello che emerge dal monitoraggio ambientale delle acque dei pozzi a valle dell’inceneritore de La Fenice di Melfi a maggio 2011. C’è di strano, ancora una volta, il silenzio degli enti e dell’Arpa della Lucania che, anche di fronte a questo ennesimo dato negativo, prosegue nel suo tentativo silenzioso di picconamento del fiume Ofanto.

Le cifre diffuse mettono in apprensione i cittadini del Vulture. Aumenta infatti, malgrado la tanta decantata barriera idrica – in effetti inutile, malgrado avesse dovuto, in parte, contenere l’inquinamento della falda – la presenza nell’acqua di metalli pesanti. Veri e propri assalitori della salute dell’uomo. Capaci come sono di violare l’immunità del corpo attraverso la diffusione di malattie allergologiche ed infiammatorie (oltre che, ovviamente, tumorali).

NICKEL - Il problema dei problemi. Ormai da quattro anni è la costante fissa delle rilevazioni dei pozzi melfesi. L’attività di Fenice, dicono i dati di maggio, ha provocato l’ennesimo inquinamento danickel. A differenza di quanto avvenuto tre mesi fa – dei rilevamenti compiuti a marzo furono diffusi soltanto i dati riguardanti 6 pozzi -, ora la situazione è più chiara. Ma, purtuttavia, non per questo migliore. In sette dei dieci pozzi, l’acqua ha una concentrazione di nickel superiore alla norma. Il decreto legge 152 del 2006, infatti, fissa a 20 i milligrammi per litro di metallo possibile. Barriere, questa, oltrepassata nei pozzi 2 (33 mg/l, niente rilevamento a marzo), 3 (34 mg/l, in salita rispetto ai 21 di tre mesi fa), 5 (172 mg/l, nessun dato a marzo), 6 (183 mg/l, in crescita), 7 (43mg/l, in miglioramento), 8 (addirittura 393 mg/l, nessun dato precedente) e 9 (93mg/l, molto peggio) e contenuta soltanto nell’1 (5 mg/l), nel 4 (per un soffio, 15 mg/l) e nel 104.

MANGANESE - Va addirittura peggio per quel che concerne il manganese (che, tanto per capirci, è una delle maggior cause del parkinson). Anche in questo caso, la diffusione dei rilevamenti effettuati su tutti i pozzi, butta giù la maschera dietro cui Arpab e Fenice si schermavano. A fronte di un limite previsto di 50 mg/l, sfora metà dei pozzi: il 2 (955 mg/l, vuota la casella a marzo), il 4 (610 mg/l, quattro volte in più rispetto a tre mesi fa), il 5 (955 mg/l, non rilevato a marzo), il 6 (1250 mg/l, anche questo un centinaio di mg/l in più rispetto a tre mesi fa), l’8 (394mg/l, ovviamente inserito dopo il silenzio di marzo).

ARSENICO - As, questa la nuova sigla che spaventa i Comitati e i cittadini di Puglia e Basilicata. Ovvero, l’Arsenico, uno dei veleni più letali in natura. E’ un’assoluta novità. Lo sforamento è stato registrato nel pozzo di emungimento numero 4 dove, a fronte di un limite fissato a 10 mg/l, si è raggiunta quota 18.

REAZIONI - Abbiuso non ha nessun dubbio. E ripete ancora, come un mantra, la sola soluzione possibile: “Bisogna fermare l’inquinamento. E per fermare l’inquinamento bisogna dire basta a Fenice”. Discorso bissato dal Comitato di Capitanata che, per voce di Michele Solazzo chiede “la cessazione immediata del funzionamento dell’inceneritore La Fenice”.

Fonte: statoquotidiano.it

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