lunedì 16 maggio 2011

Siamo pietra...



Beh, è tutto finito! Si sono spenti gli abbacinanti. Siamo a Venerdì e la campagna elettorale del Partito del Sud è terminata parimenti alle altre. È stata una bella esperienza e qualunque sarà l’esito che bisognerà affrontare tra lunedì e martedì – 16-17/maggio – sarà, tuttavia, importante quanto si vuole ma, più indicativo ed eloquente è stato potersi sentire e stringersi in un gruppo e sentirsi forti se pure, spesse volte e a seconda delle circostanze, ci siamo contati appena, appena sulle dita delle mani abbassandone qualcuna.
Voglio lasciavi con una valutazione di P.P. Pasolini
“… io so questo che i napoletani, oggi, sono una grande tribù che, anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Boja, vive nel ventre di una città di mare. Questa tribù ha deciso, – in quanto tale senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quello che chiamiamo la Storia, o altrimenti, la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Boja (lo fanno anche, da secoli, gli zingari): è un rifiuto, sorto nel cuore della collettività; una negazione fatale contro cui non c’è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili. È una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente ma, anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla Storia è giusto, … è sacrosanto!”
(citato in Andrea Geremicca - Dentro la città, Guida Editori, Napoli 1977)
Ebbene, quante volte rileggendo Pasolini abbiamo dovuto abbassare il capo per non averlo capito fino in fondo e perché, anticipando di oltre 30-40 anni una visione del mondo diventata realtà. Un profeta moderno che era penetrato nel groviglio malefico del viluppo veloce delle dinamiche epocali del modernismo e nelle pieghe dell’animo umano, – che spesso odiava e spessissimo amava –.
Geremicca lo cita ed è per noi solo un cespuglio di conferme di tante cose, … e tante altre sui napoletani simile a questa appena riportata. Con la pochezza intellettuale che mi contraddistingue, questa volta dovrò, con amarezza, dissentire! Napoli non si lascerà mai morire! Forse con un eccesso di sussiego ed orgoglio credo che dovremo solo crescere e ritorneremo ad essere irripetibili per gli altri.
La strada imboccata è quella giusta. Sarà difficile e lastricata di incertezze, stanchezza e, …chissà forse anche da tradimenti che non mancano mai ma,… ce la FAREMO! Dovrei citarvi tutti per completare in bellezza lo scritto ma penso solo di dire che non credevo possibile che si amalgamasse in una tal impossibile chimica un tal concerto di briganti, appassionati, colti, garbati, belle anime di Napoli e determinate a diventare anche PIETRE inamovibili. Roccia di tufo giallo come i nostri sassi su cui poggiano casa in equilibrio “indifferente” ma che non crollano e un patrimonio di idee e umanità che mai, caro amato maestro, si estingueranno ma si duplicheranno!
Se ciò così non vi dovesse palesare, ovvero vi parrà che mai si giungesse, ebbene, nell’eterno tufo resteranno come divinità nascoste, le nostre voci, i nostri respiri, la forza e i genomi della nostra rinascita.
Bruno PAPPALARDO, 14 Maggio 2011

Fonte:Partito del Sud - Sez. Aversa Giugliano

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Beh, è tutto finito! Si sono spenti gli abbacinanti. Siamo a Venerdì e la campagna elettorale del Partito del Sud è terminata parimenti alle altre. È stata una bella esperienza e qualunque sarà l’esito che bisognerà affrontare tra lunedì e martedì – 16-17/maggio – sarà, tuttavia, importante quanto si vuole ma, più indicativo ed eloquente è stato potersi sentire e stringersi in un gruppo e sentirsi forti se pure, spesse volte e a seconda delle circostanze, ci siamo contati appena, appena sulle dita delle mani abbassandone qualcuna.
Voglio lasciavi con una valutazione di P.P. Pasolini
“… io so questo che i napoletani, oggi, sono una grande tribù che, anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Boja, vive nel ventre di una città di mare. Questa tribù ha deciso, – in quanto tale senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quello che chiamiamo la Storia, o altrimenti, la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Boja (lo fanno anche, da secoli, gli zingari): è un rifiuto, sorto nel cuore della collettività; una negazione fatale contro cui non c’è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili. È una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente ma, anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla Storia è giusto, … è sacrosanto!”
(citato in Andrea Geremicca - Dentro la città, Guida Editori, Napoli 1977)
Ebbene, quante volte rileggendo Pasolini abbiamo dovuto abbassare il capo per non averlo capito fino in fondo e perché, anticipando di oltre 30-40 anni una visione del mondo diventata realtà. Un profeta moderno che era penetrato nel groviglio malefico del viluppo veloce delle dinamiche epocali del modernismo e nelle pieghe dell’animo umano, – che spesso odiava e spessissimo amava –.
Geremicca lo cita ed è per noi solo un cespuglio di conferme di tante cose, … e tante altre sui napoletani simile a questa appena riportata. Con la pochezza intellettuale che mi contraddistingue, questa volta dovrò, con amarezza, dissentire! Napoli non si lascerà mai morire! Forse con un eccesso di sussiego ed orgoglio credo che dovremo solo crescere e ritorneremo ad essere irripetibili per gli altri.
La strada imboccata è quella giusta. Sarà difficile e lastricata di incertezze, stanchezza e, …chissà forse anche da tradimenti che non mancano mai ma,… ce la FAREMO! Dovrei citarvi tutti per completare in bellezza lo scritto ma penso solo di dire che non credevo possibile che si amalgamasse in una tal impossibile chimica un tal concerto di briganti, appassionati, colti, garbati, belle anime di Napoli e determinate a diventare anche PIETRE inamovibili. Roccia di tufo giallo come i nostri sassi su cui poggiano casa in equilibrio “indifferente” ma che non crollano e un patrimonio di idee e umanità che mai, caro amato maestro, si estingueranno ma si duplicheranno!
Se ciò così non vi dovesse palesare, ovvero vi parrà che mai si giungesse, ebbene, nell’eterno tufo resteranno come divinità nascoste, le nostre voci, i nostri respiri, la forza e i genomi della nostra rinascita.
Bruno PAPPALARDO, 14 Maggio 2011

Fonte:Partito del Sud - Sez. Aversa Giugliano

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