martedì 15 marzo 2011

Un botto? Ah, sì?


Di Stefano Montanari


C’era da immaginarlo: un minivalanga di mail mi chiede di dire qualcosa sulle centrali nucleari giapponesi.


Ma che c’è da dire? Chiunque conservi qualche funzionalità cerebrale sa perfettamente che ricavare energia dall’atomo è un’illusione non solo costosissima e con prospettive di durata minime, ma comporta rischi enormi.


Accettando per un attimo l’assurdo che in Giappone non sia successo niente e, soprattutto, che niente succederà, mi chiedo quali siano i costi relativi all’evacuazione di una popolazione, quali quelli connessi ai soggetti che sono stati contaminati (parlo di soldi e non di salute, perché quella, non avendo prezzo, non interessa a nessuno), quali quelli della decontaminazione del territorio (praticamente impossibile) e della diffusione inarrestabile della radioattività, oltre a quelli necessari per riattivare gl’impianti. Che dire, poi, di un sistema energetico così dipendente da una fonte tanto fragile? Quante attività, di servizio, pubbliche, private e casalinghe sono e saranno costrette a ridursi o a fermarsi? Un’occhiata al tonfo della Borsa di Tokyo potrà costituire una traccia del disastro.


Confesso di non aver seguito moltissimo gli avvenimenti, e questo non perché non siano interessanti ma perché provo nausea per come la cosiddetta “informazione” ha approcciato il fatto. Caccia alle immagini spettacolari del terremoto e dell’onda (i giapponesi filmano e fotografano qualsiasi cosa e, dunque, non c’è altra abbondanza) e imbecilli/criminali italioti (mi si scusa se li definisco così?) che, approfittando dell’infallibilità elettromagnetica che regala l’ex cathedra televisivo e, in misura appena minore, quello radiofonico, hanno sparato le stravaganze più fuori dal mondo. Addirittura c’è chi è arrivato a dire che questo disastro dimostra la sicurezza delle centrali nucleari (!!!) e che, comunque, il futuro sarà ancora più radioso perché sono in arrivo le centrali di quarta generazione (in pratica identiche a quelle di terza.) Nessuno si stupirà se, raccontando di qualche strage di mafia, ci sarà chi vedrà nell’evento una dimostrazione dell’onestà di quella benemerita associazione che da secoli e con onore sostituisce l’autorità dello stato.


Ieri sera ho visto un pezzetto di Che Tempo Che Fa, la trasmissione di RAI 3 che a suo tempo ospitò il famoso “zero” del tuttologo Veronesi. Nel momento in cui mi sono collegato parlava Lucia Annunziata la quale, en passant, disse candidamente che anni fa l’ex direttore della centrale di Fukushima aveva avuto qualche problema per aver taroccato i dati e nascosto gl’incidenti che avvenivano nell’impianto, così come avvengono in ogni centrale. A parte l’ovvia considerazione “tutto il mondo è paese” (si vedano i nostri inceneritori), viene da chiedersi perché proprio lei, reginetta della cosiddetta “informazione”, non ne abbia fatto parola quando la notizia era fresca. E perché nessuno parli degl’incidenti che continuamente accadono nelle centrali a livello planetario.


A questo punto, resistendo all’ironia di mandare Umberto Veronesi, il nostro protettore nucleare, a salvare il Giappone, non posso altro che chiedere, implorare, di non far mancare il quorum al referendum sul nucleare. Chi non avrà espresso il suo orrore per una scelta criminale ne sarà complice.

Fonte:Stefano Montanari blog


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Di Stefano Montanari


C’era da immaginarlo: un minivalanga di mail mi chiede di dire qualcosa sulle centrali nucleari giapponesi.


Ma che c’è da dire? Chiunque conservi qualche funzionalità cerebrale sa perfettamente che ricavare energia dall’atomo è un’illusione non solo costosissima e con prospettive di durata minime, ma comporta rischi enormi.


Accettando per un attimo l’assurdo che in Giappone non sia successo niente e, soprattutto, che niente succederà, mi chiedo quali siano i costi relativi all’evacuazione di una popolazione, quali quelli connessi ai soggetti che sono stati contaminati (parlo di soldi e non di salute, perché quella, non avendo prezzo, non interessa a nessuno), quali quelli della decontaminazione del territorio (praticamente impossibile) e della diffusione inarrestabile della radioattività, oltre a quelli necessari per riattivare gl’impianti. Che dire, poi, di un sistema energetico così dipendente da una fonte tanto fragile? Quante attività, di servizio, pubbliche, private e casalinghe sono e saranno costrette a ridursi o a fermarsi? Un’occhiata al tonfo della Borsa di Tokyo potrà costituire una traccia del disastro.


Confesso di non aver seguito moltissimo gli avvenimenti, e questo non perché non siano interessanti ma perché provo nausea per come la cosiddetta “informazione” ha approcciato il fatto. Caccia alle immagini spettacolari del terremoto e dell’onda (i giapponesi filmano e fotografano qualsiasi cosa e, dunque, non c’è altra abbondanza) e imbecilli/criminali italioti (mi si scusa se li definisco così?) che, approfittando dell’infallibilità elettromagnetica che regala l’ex cathedra televisivo e, in misura appena minore, quello radiofonico, hanno sparato le stravaganze più fuori dal mondo. Addirittura c’è chi è arrivato a dire che questo disastro dimostra la sicurezza delle centrali nucleari (!!!) e che, comunque, il futuro sarà ancora più radioso perché sono in arrivo le centrali di quarta generazione (in pratica identiche a quelle di terza.) Nessuno si stupirà se, raccontando di qualche strage di mafia, ci sarà chi vedrà nell’evento una dimostrazione dell’onestà di quella benemerita associazione che da secoli e con onore sostituisce l’autorità dello stato.


Ieri sera ho visto un pezzetto di Che Tempo Che Fa, la trasmissione di RAI 3 che a suo tempo ospitò il famoso “zero” del tuttologo Veronesi. Nel momento in cui mi sono collegato parlava Lucia Annunziata la quale, en passant, disse candidamente che anni fa l’ex direttore della centrale di Fukushima aveva avuto qualche problema per aver taroccato i dati e nascosto gl’incidenti che avvenivano nell’impianto, così come avvengono in ogni centrale. A parte l’ovvia considerazione “tutto il mondo è paese” (si vedano i nostri inceneritori), viene da chiedersi perché proprio lei, reginetta della cosiddetta “informazione”, non ne abbia fatto parola quando la notizia era fresca. E perché nessuno parli degl’incidenti che continuamente accadono nelle centrali a livello planetario.


A questo punto, resistendo all’ironia di mandare Umberto Veronesi, il nostro protettore nucleare, a salvare il Giappone, non posso altro che chiedere, implorare, di non far mancare il quorum al referendum sul nucleare. Chi non avrà espresso il suo orrore per una scelta criminale ne sarà complice.

Fonte:Stefano Montanari blog


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