lunedì 7 settembre 2009

Lo Statuto Speciale della Regione Siciliana - Correva l’anno 1997 ….. STATUTO SICILIANO TRADITO … parola di Roberto Maroni



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Correva l’anno 1997 ….. STATUTO SICILIANO TRADITO … parola di Roberto Maroni

Riportiamo alcuni passi di una intervista all’allora deputato Roberto Maroni, della Lega Nord, ora Ministro per gli affari interni, rilasciata a Gianfranco Ballardin del Il Corriere della Sera, pubblicato il 13 novembre 1997.

Strada facendo Maroni e la Lega hanno cambiato opinione e riconsiderato la questione visto che hanno preferito dirottare i loro sforzi verso un più agevole federalismo fiscale che non avrà mai attuazione. Più o meno come lo Statuto Siciliano, approvato, promulgato, inserito nella Costituzione, per essere saccheggiato e mai attuato. Con il federalismo fiscale la Lega ha potuto vendere un po’ di fumo ma l’arrosto, con gli stessi mezzi applicati allo Statuto, rimarrà ben stretto a Roma capitale.

L’INTERVISTA

Onorevole Maroni, la via siciliana al federalismo che lei propone ha fatto un adepto importante: Gianfranco

Fini di Alleanza nazionale. Contento?

“Beh, sono soddisfatto, perché sono stato il primo a proporre di accordare alle Regioni del Nord lo statuto della Regione Sicilia, accantonando l’idea della secessione…”.

Fini, a Mestre, ha approvato la proposta di indire dei referendum per “far assumere ai poteri delle Regioni quella corposità già attribuita alle Regioni a statuto speciale”. “Beh, mi fa piacere…”. Non solo, ma Fini aggiunge che finalmente la Lega prende le distanze dalle “carnevalate fuori tempo di Bossi”…

“Se Fini vuol farmi litigare col lider maximo del Carroccio non ci riuscirà, anche perché Umberto non ha bocciato la proposta che ho avanzato a titolo personale… Anche perché non tutti hanno capito che io propongo di accordare alle Regioni del Nord lo statuto speciale della Regione Sicilia approvato nel giugno del 1946, ma che non è stato mai attuato.

La Sicilia di oggi è una Regione assistita, che dipende totalmente da Roma, non ha nessuna autonomia reale, ed è diventata uno staterello ancora piùcentralista del governo romano…”. Insomma, un disastro…

“Si’, perché la Sicilia ha preso solo il peggio dell’autonomia prevista dallo statuto del 1946 che disegnava una Regione che fa da sé, vive dei propri redditi, ed è responsabile dell’organizzazione del territorio, delle strutture, della scuola, dell’industria… Una Regione che dovrebbe avere con lo Stato italiano un rapporto federativo molto tenue, che in teoria consiste nell’attuare la Costituzione italiana, e non le leggi dello Stato, perche’ la Sicilia dovrebbe darsi le proprie leggi.

Secondo lo statuto del 1946, ripeto, mai applicato, la Regione Sicilia dovrebbe tenersi tutte le tasse pagate sul proprio territorio, e se non ha redditi sufficienti a garantire un livello di vita pari alla media nazionale dovrebbe intervenire lo Stato con un fondo di solidarietà che finanzia gli investimenti, e non le false pensioni di invalidità.

Se uno statuto del genere fosse applicato alle Regioni del Nord si realizzerebbe una formula di autogoverno che porrebbe fine al centralismo attuale". A quali Regioni pensa?

"A tutte le Regioni che noi chiamiamo a far parte della Padania ossia Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia, Liguria, Friuli, Trentino, Alto Adige e Val d'Aosta.

L'importante e' che lo statuto speciale per le Regioni del Nord preveda tre punti chiave: piena autonomia fiscale; competenza esclusiva in materia legislativa "nell'ambito dei principi costituzionali; e, infine, che la proprieta' di tutti i beni dello Stato passi ai Comuni, alle Provincie e alle Regioni.

Prendendo alla lettera lo statuto del 1946 lo Stato italiano puo' entrare in Sicilia solo col permesso della Regione: non ci sono piu' prefetti, questori, intendenti di finanza. A noi questo sta bene". Ma questo statuto del 1946 non e' mai stato attuato...
"Beh, e' stato tradito perche' la Sicilia ha rinunciato all'autonomia finanziaria per l'assistenzialismo".

Ma come si fa a chiedere alle Regioni del Nord se sono interessate?

"Facciamo un referendum consultivo in tutte le Regioni, del Nord e del Sud, chiedendo ai cittadini se vogliono lo statu quo, un rafforzamento dei poteri regionali, o lo statuto speciale che piace anche a Fini, a D'Onofrio, a La Loggia, a Provenzano, e forse anche a D'Alema".

Se passasse la proposta di statuto speciale la Lega rinuncerebbe al cavallo di battaglia della secessione?

"Lo statuto siciliano applicato alle Regioni del Nord piacerebbe alle diverse anime della Lega. Naturalmente non si tratterebbe ne' della Padania ne' della secessione, ma nemmeno del regionalismo all'acqua di rose o del falso federalismo uscito dalla bicamerale: sarebbe una formula di autogoverno che accontenterebbe sia gli italianisti ad oltranza che i federalisti della prima ora".

Articolo di Ballardin Gianfranco - Corriere della Sera del 13/11/1997

Fonte:Osservatorio Sicilia
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Correva l’anno 1997 ….. STATUTO SICILIANO TRADITO … parola di Roberto Maroni

Riportiamo alcuni passi di una intervista all’allora deputato Roberto Maroni, della Lega Nord, ora Ministro per gli affari interni, rilasciata a Gianfranco Ballardin del Il Corriere della Sera, pubblicato il 13 novembre 1997.

Strada facendo Maroni e la Lega hanno cambiato opinione e riconsiderato la questione visto che hanno preferito dirottare i loro sforzi verso un più agevole federalismo fiscale che non avrà mai attuazione. Più o meno come lo Statuto Siciliano, approvato, promulgato, inserito nella Costituzione, per essere saccheggiato e mai attuato. Con il federalismo fiscale la Lega ha potuto vendere un po’ di fumo ma l’arrosto, con gli stessi mezzi applicati allo Statuto, rimarrà ben stretto a Roma capitale.

L’INTERVISTA

Onorevole Maroni, la via siciliana al federalismo che lei propone ha fatto un adepto importante: Gianfranco

Fini di Alleanza nazionale. Contento?

“Beh, sono soddisfatto, perché sono stato il primo a proporre di accordare alle Regioni del Nord lo statuto della Regione Sicilia, accantonando l’idea della secessione…”.

Fini, a Mestre, ha approvato la proposta di indire dei referendum per “far assumere ai poteri delle Regioni quella corposità già attribuita alle Regioni a statuto speciale”. “Beh, mi fa piacere…”. Non solo, ma Fini aggiunge che finalmente la Lega prende le distanze dalle “carnevalate fuori tempo di Bossi”…

“Se Fini vuol farmi litigare col lider maximo del Carroccio non ci riuscirà, anche perché Umberto non ha bocciato la proposta che ho avanzato a titolo personale… Anche perché non tutti hanno capito che io propongo di accordare alle Regioni del Nord lo statuto speciale della Regione Sicilia approvato nel giugno del 1946, ma che non è stato mai attuato.

La Sicilia di oggi è una Regione assistita, che dipende totalmente da Roma, non ha nessuna autonomia reale, ed è diventata uno staterello ancora piùcentralista del governo romano…”. Insomma, un disastro…

“Si’, perché la Sicilia ha preso solo il peggio dell’autonomia prevista dallo statuto del 1946 che disegnava una Regione che fa da sé, vive dei propri redditi, ed è responsabile dell’organizzazione del territorio, delle strutture, della scuola, dell’industria… Una Regione che dovrebbe avere con lo Stato italiano un rapporto federativo molto tenue, che in teoria consiste nell’attuare la Costituzione italiana, e non le leggi dello Stato, perche’ la Sicilia dovrebbe darsi le proprie leggi.

Secondo lo statuto del 1946, ripeto, mai applicato, la Regione Sicilia dovrebbe tenersi tutte le tasse pagate sul proprio territorio, e se non ha redditi sufficienti a garantire un livello di vita pari alla media nazionale dovrebbe intervenire lo Stato con un fondo di solidarietà che finanzia gli investimenti, e non le false pensioni di invalidità.

Se uno statuto del genere fosse applicato alle Regioni del Nord si realizzerebbe una formula di autogoverno che porrebbe fine al centralismo attuale". A quali Regioni pensa?

"A tutte le Regioni che noi chiamiamo a far parte della Padania ossia Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia, Liguria, Friuli, Trentino, Alto Adige e Val d'Aosta.

L'importante e' che lo statuto speciale per le Regioni del Nord preveda tre punti chiave: piena autonomia fiscale; competenza esclusiva in materia legislativa "nell'ambito dei principi costituzionali; e, infine, che la proprieta' di tutti i beni dello Stato passi ai Comuni, alle Provincie e alle Regioni.

Prendendo alla lettera lo statuto del 1946 lo Stato italiano puo' entrare in Sicilia solo col permesso della Regione: non ci sono piu' prefetti, questori, intendenti di finanza. A noi questo sta bene". Ma questo statuto del 1946 non e' mai stato attuato...
"Beh, e' stato tradito perche' la Sicilia ha rinunciato all'autonomia finanziaria per l'assistenzialismo".

Ma come si fa a chiedere alle Regioni del Nord se sono interessate?

"Facciamo un referendum consultivo in tutte le Regioni, del Nord e del Sud, chiedendo ai cittadini se vogliono lo statu quo, un rafforzamento dei poteri regionali, o lo statuto speciale che piace anche a Fini, a D'Onofrio, a La Loggia, a Provenzano, e forse anche a D'Alema".

Se passasse la proposta di statuto speciale la Lega rinuncerebbe al cavallo di battaglia della secessione?

"Lo statuto siciliano applicato alle Regioni del Nord piacerebbe alle diverse anime della Lega. Naturalmente non si tratterebbe ne' della Padania ne' della secessione, ma nemmeno del regionalismo all'acqua di rose o del falso federalismo uscito dalla bicamerale: sarebbe una formula di autogoverno che accontenterebbe sia gli italianisti ad oltranza che i federalisti della prima ora".

Articolo di Ballardin Gianfranco - Corriere della Sera del 13/11/1997

Fonte:Osservatorio Sicilia

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