lunedì 10 agosto 2009

USA: le lobby più potenti di Obama


Di Paolo De Gregorio



Quando affermo perentoriamente, senza se e senza ma, che le democrazie sono in realtà una dittatura della economia e dei poteri mediatici (tutti in mano al capitalismo), sono confortato dai fatti e non invento nulla.

La vicenda della riforma sanitaria in America (47 milioni di cittadini senza assicurazione destinati a crepare senza aiuto), anche se promessa in campagna elettorale, e quindi DOVUTA ai cittadini che votarono Obama, trova nella attività corruttiva e criminale degli interessi economici maturati all’interno di un tipo di sanità considerata un affare, una forte resistenza.

Sono le assicurazioni, gli ospedali privati, i medici, l’industria farmaceutica, che hanno fatto piovere sul Congresso, dal 1° gennaio al 31 marzo 2009, più di 100milioni di dollari (dati del Public Office del Senato USA).

La tecnica è quella dei rinvii, delle trappole nella palude dei cavilli procedurali e burocratici, senza che nessuno abbia il coraggio di sostenere che la vita vale meno degli affari, mentre le Chiese, quelle che si battono a spada tratta contro l’aborto e per la salvezza dei feti surgelati, tacciono e si dimenticano di fare una battaglia per tutelare la vita di 47 milioni di americani.

Tutta la faccenda dimostra, con il rigore di un teorema, una sola cosa: gli interessi economici, i padroni della sanità, contano più del potere del Presidente degli Usa, ed è inutile essere democratici o repubblicani e fare campagne elettorali di due anni, spacciandole per esercizio di democrazia, nella sostanza il potere delle multinazionali è superiore a quello politico.

Mi domando quante ore di vita avrebbe Obama se decidesse di smantellare le 900 basi militari sparse in tutto il mondo, la flotta, i sottomarini, le migliaia di bombe atomiche, che costano ai contribuenti americani, ogni anno, 900 miliardi di dollari (più della attuale crisi).

Il complesso militare-industriale, con a capo gente come Cheney, Rumsfield, i Bush, farebbe fare democraticamente a pezzi Obama applaudito dalle Chiese,dagli operai e dai militari americani che lavorano nel settore.

Se qualcuno avesse dubbi ricordiamo che le multinazionali americane, sono proprietarie di tutte le principali reti televisive e il potere economico è TOTALITARIO, ed è buffo che le accuse di totalitarismo vengano fatte dall’America ai suoi “avversari”.

Da che pulpito viene la predica!


Fonte:Agoravox
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Di Paolo De Gregorio



Quando affermo perentoriamente, senza se e senza ma, che le democrazie sono in realtà una dittatura della economia e dei poteri mediatici (tutti in mano al capitalismo), sono confortato dai fatti e non invento nulla.

La vicenda della riforma sanitaria in America (47 milioni di cittadini senza assicurazione destinati a crepare senza aiuto), anche se promessa in campagna elettorale, e quindi DOVUTA ai cittadini che votarono Obama, trova nella attività corruttiva e criminale degli interessi economici maturati all’interno di un tipo di sanità considerata un affare, una forte resistenza.

Sono le assicurazioni, gli ospedali privati, i medici, l’industria farmaceutica, che hanno fatto piovere sul Congresso, dal 1° gennaio al 31 marzo 2009, più di 100milioni di dollari (dati del Public Office del Senato USA).

La tecnica è quella dei rinvii, delle trappole nella palude dei cavilli procedurali e burocratici, senza che nessuno abbia il coraggio di sostenere che la vita vale meno degli affari, mentre le Chiese, quelle che si battono a spada tratta contro l’aborto e per la salvezza dei feti surgelati, tacciono e si dimenticano di fare una battaglia per tutelare la vita di 47 milioni di americani.

Tutta la faccenda dimostra, con il rigore di un teorema, una sola cosa: gli interessi economici, i padroni della sanità, contano più del potere del Presidente degli Usa, ed è inutile essere democratici o repubblicani e fare campagne elettorali di due anni, spacciandole per esercizio di democrazia, nella sostanza il potere delle multinazionali è superiore a quello politico.

Mi domando quante ore di vita avrebbe Obama se decidesse di smantellare le 900 basi militari sparse in tutto il mondo, la flotta, i sottomarini, le migliaia di bombe atomiche, che costano ai contribuenti americani, ogni anno, 900 miliardi di dollari (più della attuale crisi).

Il complesso militare-industriale, con a capo gente come Cheney, Rumsfield, i Bush, farebbe fare democraticamente a pezzi Obama applaudito dalle Chiese,dagli operai e dai militari americani che lavorano nel settore.

Se qualcuno avesse dubbi ricordiamo che le multinazionali americane, sono proprietarie di tutte le principali reti televisive e il potere economico è TOTALITARIO, ed è buffo che le accuse di totalitarismo vengano fatte dall’America ai suoi “avversari”.

Da che pulpito viene la predica!


Fonte:Agoravox

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